martedì 25 maggio 2010

Triathlon sprint di Recetto 23-5-2010





Parto da casa con armi e bagagli e soprattutto, per una volta, in orario.
Naturalmente tiro dritto all'uscita di biandrate/vicolungo ed esco a novara ovest.
Penso che siamo pur sempre nel mese di maggio ed evito qualsiasi esclamazione poco consona al periodo.
Affidandomi al mio proverbiale senso dell'orientamento alla terza rotonda presa a casaccio sono gia' perso nelle risaie, del resto nell'orienteering sono un po' piu' scarso che nel triathlon, ma roba da poco...
Mi ripeto che siamo a maggio e mi rendo conto che tra i tanti dubbi della vita e l'entropia che sembra governare questo universo, almeno una certezza io ce l'ho sempre: quella di essere in ritardo.
Grazie alle provvidenziali indicazioni dell'unico essere umano presente tra le risaie riesco a raggiungere finalmente le indicazioni per il parco FISN, decido di essere disciplinato e lascio l'auto nel parcheggio anche se un po' distante, parto di buon passo per andare a ritirare il pacco gara senza sognarmi neppure di portare bici e borsa, tanto c'e' tempo...
Passo un tempo infinito in coda, incontro Fabrizio gia' in body come tutti gli altri che visto il mio abbigliamento casual mi domanda se sia li a gareggiare o a prendere il sole.
La zona cambio inizia ad affollarsi di bici, la coda sembra non muoversi, io continuo a pensare che siamo a maggio e che non e' proprio il caso di lasciarsi andare.
Ritiro finalmente il pacco gara e la maglietta di 3 taglie in piu' ma non sto neppure a guardare, devo d
armi una mossa, gli atleti sono gia' in acqua a scaldarsi, il pubblico attende, io sembro un americano in vacanza che si e' perso tra le risaie.
Corricchio fino all'auto dove devo preparare me, la bici e la borsa (farlo a casa alla sera prima no, eh?) inizio a sentirmi un po' ansioso, ovviamente non per la gara ma per il fatto che la zona cambio dovrebbe chiudere a momenti.
Arrivo finalmente in ZC, entro dalla transenna proprio mentre lo speaker ricorda a tutti che "...la zona
cambio verra' chiusa tassativamente tra 1 minuto, siamo gia' andati ben oltre l'orario...".
Appendo la bici, fisso le scarpe con gli elastici per la prima volta nella mia vita, posiziono casco e numero sul manubrio, occhiali, scarpe da running e cappellino a terra stupendo me stesso per la velocita' e la precisione nel conludere tutte le operazioni, raccolgo la borsa e butto un'ultimo sguardo alle mie cose prima di uscire dopo l'ennesimo ultimatum dello speaker, speriamo di non aver dimenticato nulla, in caso me ne accorgero' durante i cambi.
Esco con la borsa, il briefing e' iniziato ed io sto cercando un pennarello nero perche' non sono ancora "numerato". I compagni del VaTri hanno le mute bagnate perche' hanno gia' assaggiato l'acqua, ridono e scherzano, fanno foto di gruppo e Giorgione filma tutto, io sono in giro a cercare un pennarello... bah...
Trovato il pennarello e numerato infilo la muta e mi rendo conto di non aver sentito una parola del briefing, non ho idea delle entrate e delle uscite, cerco di chiedere un po' in giro ma tutti sembrano gia' essere in trance pre-gara: sguardi fissi, sorrisi tesi, l'aria inizia a diventare elettrica... le donne sono gia' in acqua.
Chiedo direttamente allo speaker che gentilmente mi rispiega brevemente tutto e mi dice di muovermi a mettere la muta perche' la prima batteria ha gia' iniziato la spunta.
Infilo la muta a meta' e cerco gli altri, la prima donna sta gia' uscendo dall'acqua con un vantaggio veramente notevole sulle prime inseguitrici: my compliments!
Suona la tromba e la prima batteria parte, manca poco e ci siamo, partire senza aver fatto un minimo di riscaldamento non sara' una gran bella cosa.
A sorpresa niente spunta "tutti in acqua, dentro... forza!", grida il giudice, io ho ancora la muta a meta', mi affretto a finire di infilarla, voglio almeno sentire la temperatura dell'acqua prima di nuotare... entro e faccio qualche bracciata per raggiungere la partenza, mi metto in fondo al gruppo per prepararmi, tolgo occhialini e cuffia che avevo messo in qualche modo per sistemarli in modo decente e naturalmente suona la tromba.
Infilo cuffia e occhiali nuovamente in qualche modo e parto per fare questi 750 metri. Le partenze affollate in acqua sono molto divertenti, mi ricordano il pogo del nautilus quando il tasso alcoolico iniziava ad essere abbastanza alto e le casse riempivano l'aria con rancid, rage against the machine, clash e tutto il resto.
Partendo cosi' indietro e non essendo abbastanza veloce per raggiungere il gruppo mi perdo tutto questo festival dello schiaffone acquatico e cerco di scaldarmi e prendere il ritmo, nonostante le mie scarse capacita' natatorie riesco anche a raggiungere e superare un po' di persone e dopo la prima boa cerco di andare in progressione fino all'arrivo.
L'uscita dell'acqua si avvicina velocemente ed io mi sento proprio bene, ho il fiato un po' corto ma tanto e' quasi fatta, nel casino della partenza non ho fatto partire il cronometro, ma ho la consapevolezza di aver nuotato bene e di essere uscito in un tempo relativamente basso.
Questa consapevolezza mi accompagna fino all'uscita motivandomi a spingere di piu' con le gambe finche' tocco le pietre ed inizio a camminare per andare sulla moquette: ho nuotato alla grande!
La voce dello speaker cade come una mannaia su tutto il mio entusiasmo "...oramai in acqua sono rimasti in pochissimi... ecco vediamo come nella zona cambio non ci sia praticamente piu' nessuna bici...". Bastardo.
In ZC effettivamente non ci sono tante bici e c'e' poco movimento, pero' potrebbe avere un po' piu' di tatto lo speaker. Bastardo.
Mentre sfilo la muta, metto casco e occhiali e prendo la bici inizio a sperare che tutto vada per il meglio durante la fase di salita in sella al volo ed infilata delle scarpe, c'e' un po' di gente e picchiare una facciata sull'asfalto mi seccherebbe parecchio: e' la prima volta che faccio queste cose in gara.
Salgo in sella e tutto fila liscio, in un centinaio di metri le scarpe sono allacciate e posso iniziare a spingere sui pedali, sento che questa frazione sara' la mia rimonta!
Purtroppo mi bastano un paio di chilometri per capire la triste realta' dei fatti: se non pedali la bici non ti perdona ed io ultimamente ho pedalato veramente poco. E dire che a marzo avevo gia' nelle gambe uscite da oltre cento chilometri e qualche bella salita, sono stato troppo fiducioso a ritenermi "a posto" ed archiviare la bici cosi' presto?
Abbandono l'idea di proseguire da solo nella speranza di agganciare qualche treno, perche' ho una velocita' troppo bassa per raggiungere chiunque e comunque non riuscirei a mantenerla a lungo, sulla ruota ho comunque qualcuno, provo a mollare e vedo che mi da il cambio. Iniziamo a darci i cambi regolari, viaggiamo attorno ai 35 orari. Uno scandalo, ma oggi, tra queste risaie e con queste gambe va bene anche cosi'.
Sull'altra corsia sfilano in direzione opposta i treni veri, quelli che viaggiano rigorosamente sopra i 40, affollatissimi e penso che sarebbe proprio bello essere li in mezzo, nella pancia di quei gruppi dove non devi faticare per mantenere quelle medie orarie.
Poco dopo il giro di boa incrocio Riccardo, deve essera uscito dopo dall'acqua ma lo vedo pedalare veramente bene e senza fatica, se continua cosi' ci prende di sicuro ed almeno abbiamo due buone gambe per un cambio!
Ad agganciarci invece e' un gruppetto di 4 atleti che pedalano piu' forte di noi, questo treno non lo devo proprio perdere e mi metto a ruota, la musica cambia un po' e la media sale sui 37-38 orari senza far troppa fatica, riesco a dare anche qualche cambio, le gambe riprendono a girare e si arriva senza quasi accorgersi in prossimita' del parco acquatico.
Secondo momento difficile della giornata: sfilare le scarpe senza finire nel lago!
Anche stavolta va tutto come deve, arrivo in ZC scalzo e corro ad appendere la bici, mi sfilo il casco, giro il pettorale e infilo le scarpe, parto di corsa verso l'uscita dove un giudice di gara mi da' un cinque ed io penso che in fondo e' bello quando qualcuno si ricorda di incoraggiare gli ultimi perche' per essere primo devi essere forte, bravo e figo, ma per essere ultimo devi avere avuto il coraggio di esserti messo in gioco nonostante i tuoi limiti.
Il percorso podistico e' il classico andata e ritorno e mi da la possibilita' di incrociare quelli che stanno facendo veramente la gara ed oramai la stanno finendo, vedo sfilare Elena distrutta che poi vincera' nella categoria femminile con un bel vantaggio, Loredana del VaTri che e' terza e manterra' la posizione fino all'arrivo, vedo anche i due los tigres che andranno poi sui primi gradini del podio maschile e mi rendo conto che effettivamente loro stanno facendo triathlon, io mi limito a farmi una nuotata seguita da una pedalata e una corsetta, gran differenza, ma va bene cosi'.
Nella parte sterrata del percorso inizio finalmente ad incrociare uno ad uno tutti i miei compagni del VaTri, tutti ce la stanno mettendo tutta, tutti hanno comunque un sorriso ed un saluto per me ed io naturalmente per loro, bella questa squadra!
Dopo il giro di boa inizio a sentire i primi fastidi al tendine d'achille destro ma oramai e' quasi fatta, non intendo mollare ora.
Torna provvidenzialmente l'asfalto sotto ai miei piedi, manca proprio poco, sto costeggiando la recinzione del parco, guardo il cronometro e calcolo che non dovrei averne per piu' di due minuti e mezzo, forse tre. Bene!
"Non guardare il cronometro!" sono le parole di Riccardo del VaTri che mi sta superando, non l'avevo piu' visto dal giro di boa in bici, come ha fatto a materializzarsi qui?
Non mi sfiora neppure l'idea di provare a stare al suo passo anche se siamo alla fine, lo vedo andare in progressione bello sciolto, io invece non ne ho praticamente piu' e il tendine mi ha gia' dato piu' di quel che sperassi, vediamo di non esagerare.
Supero comunque qualcuno all'ingresso del parco e finalmente il gonfiabile con la scritta "arrivo", la ZC piena di bici, un sacco di gente che aspetta... fatta!
Trovo subito Fabio e Fabrizio che mi salutano e mi fanno i complimenti, chissa' da quanto sono arrivati... al ristoro sono rimaste solo acqua, banane e 3 fette di limone piene di muffa, prendo qualche pezzo di banana e vedo arrivare un'atleta ancora piu' cotto di me che si fionda sui limoni muffi e se li infila in bocca uno dietro l'altro con tanto di buccia e muffa senza fare una piega... alla faccia!

Finalmente con calma vado a recuperare la mia borsa dal prato e torno in ZC a riprendere bici, muta e tutto il resto.
Ora doccia, pasta party e poi finalmente casa, dove ho la fortuna di avere una moglie abbastanza paziente da sopportarmi e due bimbi che sono ancora un po' troppo piccoli per aver la pazienza di ascoltare il resoconto romanzato di una gara di triathlon dal loro papa' felicemente stanco.

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