martedì 25 maggio 2010

Triathlon sprint di Recetto 23-5-2010





Parto da casa con armi e bagagli e soprattutto, per una volta, in orario.
Naturalmente tiro dritto all'uscita di biandrate/vicolungo ed esco a novara ovest.
Penso che siamo pur sempre nel mese di maggio ed evito qualsiasi esclamazione poco consona al periodo.
Affidandomi al mio proverbiale senso dell'orientamento alla terza rotonda presa a casaccio sono gia' perso nelle risaie, del resto nell'orienteering sono un po' piu' scarso che nel triathlon, ma roba da poco...
Mi ripeto che siamo a maggio e mi rendo conto che tra i tanti dubbi della vita e l'entropia che sembra governare questo universo, almeno una certezza io ce l'ho sempre: quella di essere in ritardo.
Grazie alle provvidenziali indicazioni dell'unico essere umano presente tra le risaie riesco a raggiungere finalmente le indicazioni per il parco FISN, decido di essere disciplinato e lascio l'auto nel parcheggio anche se un po' distante, parto di buon passo per andare a ritirare il pacco gara senza sognarmi neppure di portare bici e borsa, tanto c'e' tempo...
Passo un tempo infinito in coda, incontro Fabrizio gia' in body come tutti gli altri che visto il mio abbigliamento casual mi domanda se sia li a gareggiare o a prendere il sole.
La zona cambio inizia ad affollarsi di bici, la coda sembra non muoversi, io continuo a pensare che siamo a maggio e che non e' proprio il caso di lasciarsi andare.
Ritiro finalmente il pacco gara e la maglietta di 3 taglie in piu' ma non sto neppure a guardare, devo d
armi una mossa, gli atleti sono gia' in acqua a scaldarsi, il pubblico attende, io sembro un americano in vacanza che si e' perso tra le risaie.
Corricchio fino all'auto dove devo preparare me, la bici e la borsa (farlo a casa alla sera prima no, eh?) inizio a sentirmi un po' ansioso, ovviamente non per la gara ma per il fatto che la zona cambio dovrebbe chiudere a momenti.
Arrivo finalmente in ZC, entro dalla transenna proprio mentre lo speaker ricorda a tutti che "...la zona
cambio verra' chiusa tassativamente tra 1 minuto, siamo gia' andati ben oltre l'orario...".
Appendo la bici, fisso le scarpe con gli elastici per la prima volta nella mia vita, posiziono casco e numero sul manubrio, occhiali, scarpe da running e cappellino a terra stupendo me stesso per la velocita' e la precisione nel conludere tutte le operazioni, raccolgo la borsa e butto un'ultimo sguardo alle mie cose prima di uscire dopo l'ennesimo ultimatum dello speaker, speriamo di non aver dimenticato nulla, in caso me ne accorgero' durante i cambi.
Esco con la borsa, il briefing e' iniziato ed io sto cercando un pennarello nero perche' non sono ancora "numerato". I compagni del VaTri hanno le mute bagnate perche' hanno gia' assaggiato l'acqua, ridono e scherzano, fanno foto di gruppo e Giorgione filma tutto, io sono in giro a cercare un pennarello... bah...
Trovato il pennarello e numerato infilo la muta e mi rendo conto di non aver sentito una parola del briefing, non ho idea delle entrate e delle uscite, cerco di chiedere un po' in giro ma tutti sembrano gia' essere in trance pre-gara: sguardi fissi, sorrisi tesi, l'aria inizia a diventare elettrica... le donne sono gia' in acqua.
Chiedo direttamente allo speaker che gentilmente mi rispiega brevemente tutto e mi dice di muovermi a mettere la muta perche' la prima batteria ha gia' iniziato la spunta.
Infilo la muta a meta' e cerco gli altri, la prima donna sta gia' uscendo dall'acqua con un vantaggio veramente notevole sulle prime inseguitrici: my compliments!
Suona la tromba e la prima batteria parte, manca poco e ci siamo, partire senza aver fatto un minimo di riscaldamento non sara' una gran bella cosa.
A sorpresa niente spunta "tutti in acqua, dentro... forza!", grida il giudice, io ho ancora la muta a meta', mi affretto a finire di infilarla, voglio almeno sentire la temperatura dell'acqua prima di nuotare... entro e faccio qualche bracciata per raggiungere la partenza, mi metto in fondo al gruppo per prepararmi, tolgo occhialini e cuffia che avevo messo in qualche modo per sistemarli in modo decente e naturalmente suona la tromba.
Infilo cuffia e occhiali nuovamente in qualche modo e parto per fare questi 750 metri. Le partenze affollate in acqua sono molto divertenti, mi ricordano il pogo del nautilus quando il tasso alcoolico iniziava ad essere abbastanza alto e le casse riempivano l'aria con rancid, rage against the machine, clash e tutto il resto.
Partendo cosi' indietro e non essendo abbastanza veloce per raggiungere il gruppo mi perdo tutto questo festival dello schiaffone acquatico e cerco di scaldarmi e prendere il ritmo, nonostante le mie scarse capacita' natatorie riesco anche a raggiungere e superare un po' di persone e dopo la prima boa cerco di andare in progressione fino all'arrivo.
L'uscita dell'acqua si avvicina velocemente ed io mi sento proprio bene, ho il fiato un po' corto ma tanto e' quasi fatta, nel casino della partenza non ho fatto partire il cronometro, ma ho la consapevolezza di aver nuotato bene e di essere uscito in un tempo relativamente basso.
Questa consapevolezza mi accompagna fino all'uscita motivandomi a spingere di piu' con le gambe finche' tocco le pietre ed inizio a camminare per andare sulla moquette: ho nuotato alla grande!
La voce dello speaker cade come una mannaia su tutto il mio entusiasmo "...oramai in acqua sono rimasti in pochissimi... ecco vediamo come nella zona cambio non ci sia praticamente piu' nessuna bici...". Bastardo.
In ZC effettivamente non ci sono tante bici e c'e' poco movimento, pero' potrebbe avere un po' piu' di tatto lo speaker. Bastardo.
Mentre sfilo la muta, metto casco e occhiali e prendo la bici inizio a sperare che tutto vada per il meglio durante la fase di salita in sella al volo ed infilata delle scarpe, c'e' un po' di gente e picchiare una facciata sull'asfalto mi seccherebbe parecchio: e' la prima volta che faccio queste cose in gara.
Salgo in sella e tutto fila liscio, in un centinaio di metri le scarpe sono allacciate e posso iniziare a spingere sui pedali, sento che questa frazione sara' la mia rimonta!
Purtroppo mi bastano un paio di chilometri per capire la triste realta' dei fatti: se non pedali la bici non ti perdona ed io ultimamente ho pedalato veramente poco. E dire che a marzo avevo gia' nelle gambe uscite da oltre cento chilometri e qualche bella salita, sono stato troppo fiducioso a ritenermi "a posto" ed archiviare la bici cosi' presto?
Abbandono l'idea di proseguire da solo nella speranza di agganciare qualche treno, perche' ho una velocita' troppo bassa per raggiungere chiunque e comunque non riuscirei a mantenerla a lungo, sulla ruota ho comunque qualcuno, provo a mollare e vedo che mi da il cambio. Iniziamo a darci i cambi regolari, viaggiamo attorno ai 35 orari. Uno scandalo, ma oggi, tra queste risaie e con queste gambe va bene anche cosi'.
Sull'altra corsia sfilano in direzione opposta i treni veri, quelli che viaggiano rigorosamente sopra i 40, affollatissimi e penso che sarebbe proprio bello essere li in mezzo, nella pancia di quei gruppi dove non devi faticare per mantenere quelle medie orarie.
Poco dopo il giro di boa incrocio Riccardo, deve essera uscito dopo dall'acqua ma lo vedo pedalare veramente bene e senza fatica, se continua cosi' ci prende di sicuro ed almeno abbiamo due buone gambe per un cambio!
Ad agganciarci invece e' un gruppetto di 4 atleti che pedalano piu' forte di noi, questo treno non lo devo proprio perdere e mi metto a ruota, la musica cambia un po' e la media sale sui 37-38 orari senza far troppa fatica, riesco a dare anche qualche cambio, le gambe riprendono a girare e si arriva senza quasi accorgersi in prossimita' del parco acquatico.
Secondo momento difficile della giornata: sfilare le scarpe senza finire nel lago!
Anche stavolta va tutto come deve, arrivo in ZC scalzo e corro ad appendere la bici, mi sfilo il casco, giro il pettorale e infilo le scarpe, parto di corsa verso l'uscita dove un giudice di gara mi da' un cinque ed io penso che in fondo e' bello quando qualcuno si ricorda di incoraggiare gli ultimi perche' per essere primo devi essere forte, bravo e figo, ma per essere ultimo devi avere avuto il coraggio di esserti messo in gioco nonostante i tuoi limiti.
Il percorso podistico e' il classico andata e ritorno e mi da la possibilita' di incrociare quelli che stanno facendo veramente la gara ed oramai la stanno finendo, vedo sfilare Elena distrutta che poi vincera' nella categoria femminile con un bel vantaggio, Loredana del VaTri che e' terza e manterra' la posizione fino all'arrivo, vedo anche i due los tigres che andranno poi sui primi gradini del podio maschile e mi rendo conto che effettivamente loro stanno facendo triathlon, io mi limito a farmi una nuotata seguita da una pedalata e una corsetta, gran differenza, ma va bene cosi'.
Nella parte sterrata del percorso inizio finalmente ad incrociare uno ad uno tutti i miei compagni del VaTri, tutti ce la stanno mettendo tutta, tutti hanno comunque un sorriso ed un saluto per me ed io naturalmente per loro, bella questa squadra!
Dopo il giro di boa inizio a sentire i primi fastidi al tendine d'achille destro ma oramai e' quasi fatta, non intendo mollare ora.
Torna provvidenzialmente l'asfalto sotto ai miei piedi, manca proprio poco, sto costeggiando la recinzione del parco, guardo il cronometro e calcolo che non dovrei averne per piu' di due minuti e mezzo, forse tre. Bene!
"Non guardare il cronometro!" sono le parole di Riccardo del VaTri che mi sta superando, non l'avevo piu' visto dal giro di boa in bici, come ha fatto a materializzarsi qui?
Non mi sfiora neppure l'idea di provare a stare al suo passo anche se siamo alla fine, lo vedo andare in progressione bello sciolto, io invece non ne ho praticamente piu' e il tendine mi ha gia' dato piu' di quel che sperassi, vediamo di non esagerare.
Supero comunque qualcuno all'ingresso del parco e finalmente il gonfiabile con la scritta "arrivo", la ZC piena di bici, un sacco di gente che aspetta... fatta!
Trovo subito Fabio e Fabrizio che mi salutano e mi fanno i complimenti, chissa' da quanto sono arrivati... al ristoro sono rimaste solo acqua, banane e 3 fette di limone piene di muffa, prendo qualche pezzo di banana e vedo arrivare un'atleta ancora piu' cotto di me che si fionda sui limoni muffi e se li infila in bocca uno dietro l'altro con tanto di buccia e muffa senza fare una piega... alla faccia!

Finalmente con calma vado a recuperare la mia borsa dal prato e torno in ZC a riprendere bici, muta e tutto il resto.
Ora doccia, pasta party e poi finalmente casa, dove ho la fortuna di avere una moglie abbastanza paziente da sopportarmi e due bimbi che sono ancora un po' troppo piccoli per aver la pazienza di ascoltare il resoconto romanzato di una gara di triathlon dal loro papa' felicemente stanco.

mercoledì 10 marzo 2010

Signora...

Signora... quanto tempo e' passato da quando hai guardato nello specchio?
Ti credevi un fiore stupendo ma la anche tua stagione sta per finire
Signora... tanto eri fiera e piena di tutta la tua bellezza, troppo concentrata su te stessa per accorgerti di me.
Eccomi qui, certo solo ora mi vedi ma... Signora e' tardi, non e' piu' tempo.
Signora... dimmi se ora la sera ti manca qualcuno che ti carezzi i capelli quando posi la testa sul cuscino.
Dimmi se di notte nel buio della tua stanza quel letto e' diventato troppo freddo e troppo grande per continuare a starci da sola.
Signora... ora sei tu che corri e cerchi di aggrapparti ad una speranza, una speranza che rimarra' solo nella tua mente
Guardati attorno, sono passate le stagioni, siamo tutti vuoti a perdere, tu non hai fatto eccezione.
Signora... pensavi davvero di bastarti da sola? Dimmi se oggi lo pensi ancora...
Ti tieni stretta a quegli ultimi pezzi del ricordo di te stessa, ma piu' stringi le mani e piu' li senti sgretolarsi e scivolare via.
Signora... quanto tempo e' passato... ed io sono ancora qui a scriverti parole che non leggerai mai.

lunedì 13 luglio 2009

La sfida...

E' un pomeriggio tranquillo di una domenica tranquilla, sono tranquillo anch'io.
Le ruote girano sulla pavimentazione senza far rumore, sembrano tranquille anche loro.
La musica nelle orecchie... le luci... l'universo sembra perfettamente in equilibrio ed io sento di farne parte.
Poi il rumore alle spalle. La sua ombra che lo precede. Mi affianca. Le sue ruote girano piu' delle mie.
Avra' almeno venti anni piu' di me, guarda avanti, fa finta di non vedermi.
Conosco la tecnica, fanno tutti cosi'. Fanno finta di ignorarti, di andare per la loro strada.
Tutte balle.
Tutti uguali.
Quando mi avra' passato iniziera' a spingere piu' forte per aumentare la distanza tra di noi.
O magari vuole farsi inseguire e giocare al gatto e al topo.
Divertente.
Quello che sta facendo e' una dichiarazione ben precisa.
Questa e' una sfida.
Tutto quello che c'era attorno scompare in un attimo.
Nei miei occhi e nella mia testa ora c'e' solo lui.
Lui e le sue ruote che girano piu' veloce delle mie.
In un attimo gli sono dietro, lo scarto e passo sulla sua sinistra.
Faccio finta di non vederlo, facciamo tutti cosi'.
La cosa piu' difficile e' nascondere il ghigno soddisfatto che ho sul muso.
Scompare dietro di me, so che non puo' reggere questo passo, non so neppure io per quanto potro' reggerlo.
Non doveva farlo. Non doveva lanciarmi questa sfida.
Quando mi raggiunge ho gia' messo buona parte della spesa che avevo nel carrello sul nastro e la cassiera sta gia' battendo i prezzi.
La mia fervida immaginazione partorisce l'idea di cercare un carrello in carbonio per la prossima volta che verro' a fare la spesa al supermercato.
Pago e vado serenamente verso l'uscita col mio carrello di ferro.
L'universo torna magicamente in equilibrio ed io torno a farne parte.

Non importa dove tu possa essere o cosa tu stia facendo.
Certe cose le hai dentro e te le devi tenere, non puoi fare nulla per cambiarle, fanno parte di te.

martedì 31 marzo 2009

Running in the rain

Arrivo al parcheggio e spengo il motore, i tergicristalli si fermano a meta' parabrezza.
Guardo ancora l'orologio del cruscotto: 07:18. Almeno cosi' dicono i cristalli arancioni del display.
La mattinata non ha nulla di primaverile, il cielo e' grigio e una pioggia finissima rimbalza sul cofano dell'auto.
Ma siamo proprio sicuri di voler correre con questo tempo? Non sarebbe forse stato meglio starsene al calduccio sotto le coperte?
Domande inutili, tanto la risposta la so gia'... no, non sarebbe stato meglio, muoviti, non puoi passare la mattinata in macchina!
Infilo le cuffie nelle orecchie, il cappello in testa e scendo. Non fa poi tanto freddo e la pioggia non da fastidio. Chiudo l'auto. Si parte.
Attraverso il parcheggio di buon passo ma senza correre e mi dirigo verso la pista ciclo-pedonale che costeggia il lago.
Non c'e' anima viva. La mia parte razionale tenta in maniera abbastanza patetica di tirare le redini e farmi ravvedere...
possibile che in tutti questi anni non abbia ancora imparato che non e' lei a governare la mia vita? Boh... non si rassegna...
Le note di "Friday I'm in love" squarciano il silenzio e attorno a me il paesaggio inizia a cambiare, il volume e' abbastanza alto da darmi la scossa ma non da coprire il suono dei miei passi sul cemento.
Mi sbilancio col busto in avanti ed il cammino si trasforma naturalmente corsa, un po' come fanno gli elicotteri per partire dopo essersi alzati da terra.
La voce di Mr. Robert Smith nelle orecchie mi ricorda che "...it's Friday and I'm in love...".
Di solito questa canzone la ascolto al venerdi mattina, oramai e' diventato una sorta di rituale per iniziare bene l'ultimo giorno lavorativo e di solito funziona alla grande.
Funziona alla grande anche oggi, forse perche' questa canzone e' proprio bella, forse perche' l'atmosfera e' stupenda, forse perche' sono innamorato come ogni altro giorno, venerdi' compreso, e quando si e' innamorati si sta sempre bene ed ogni giorno diventa speciale.
Dopo un po' di corsa blanda mi fermo a fare un po' di stretching in prossimita' di una staccionata, sulla strada vedo passare un'auto... qualcun'altro e' uscito dal letto allora...
Riparto, la voce di Andrea Corr sussurra parole d'amore dentro ad una versione acustica di "What can I do". La mente si affolla di ricordi. I piedi vanno da soli, il corpo e la mente viaggiano gia' su due binari distinti.
Per la corsetta di stamattina ho scelto una colonna sonora molto soft, non ho intenzione di sfiancarmi, voglio solo corricchiare cosi' sotto questa finissima pioggia impalpabile.
Senza rendermene quasi conto mi trovo a correre lungo la recinzione di un agriturismo sul lungolago. Arriva una scossa dentro, la sento arrivare dritta al cuore. Non e' un posto qualunque.
I colori cambiano di colpo, il cielo e' terso e blu, e' un pomeriggio torrido di un sabato di agosto. Sono passati piu' di 5 anni.
Rivedo i miei amici giocare nel campo da calcio vicino alla staccionata, le vacche bianche ruminare paciose nel loro prato verde recintato.
C'e' festa, c'e' un sacco di gente, c'e' rumore di risate e di bicchieri, c'e' profumo di carne alla griglia, c'e' un matrimonio.
Ci sono anch'io, ho un vestito color canna di fucile e una camicia azzurra, sono l'unico ad avere ancora la cravatta al collo, sono lo sposo.
Rivedo tutto, come fossi uno spettatore, rivivo ogni momento, ricordo ogni colore di quel giorno.
Su tutti rivedo lei. Lei, la sposa. La mia sposa. Bella come non l'avevo mai vista. Bellissima nel suo semplice vestito bianco.
Una sposa in pantaloni e senza troppi fronzoli, non ne aveva bisogno quel giorno. Ripenso a lei che entra dalla porta della chiesa accompagnata da suo padre.
Ripenso al cuore che mi batte in gola, ed al pavimento che in quel preciso istante sembra iniziare a sgretolarsi sotto ai miei piedi.
Ripenso a tutto quello che succedeva attorno, al prete che parlava, al coro che cantava ed io che non capivo nulla e non ascoltavo niente, perche' nei miei occhi e nella mia mente c'era solo lei.
Lei che tra tutti gli uomini della terra ha scelto di fare questo patto d'amore e di vita con me, che sono qui ancora oggi a pensare cosa mai avro' di speciale per meritarmi questo.
"...a te che sei l’unica amica che io posso avere, l’unico amore che vorrei se io non ti avessi con me, a te che hai reso la mia vita bella da morire, che riesci a render la fatica un immenso piacere... a te che sei il mio grande amore ed il mio amore grande, a te che hai preso la mia vita e ne hai fatto molto di piu'..."
La voce di Lorenzo. Questa canzone proprio adesso... nulla succede per caso... non ho mai creduto alle coincidenze... tutto ha una ragione.
Ho corso 12 kilometri. E' passata un'ora da quando sono partito dal parcheggio. Incrocio un'altro paio di podisti, ci salutiamo con la mano e scambiamo un sorriso.
Non so se sono le prime persone che incontro stamattina. Non ho la minima idea di cosa sia successo attorno a me in questa ora che e' trascorsa ed onestamente non so neppure se possa importarmene qualcosa.
So solo che sono in macchina, diretto verso casa, bagnato di pioggia e sudore, con l'emozione della prima volta che sono andato a prendere lei a casa dieci anni fa.
Lei che mi aspettava per le nove ed io che alle otto e cinque ero gia' li sotto casa sua ad aspettare nervoso in auto quei minuti che sembravano non passare mai.
A volte penso a quanto io sia stato fortunato ad incontrarla, altre volte penso invece a quanto sia stupido dimenticarmi di questa fortuna.
A volte penso, penso, penso... e faccio solo cattivi pensieri... oggi penso che correre sotto la pioggia ti permetta di piangere di gioia senza che nessuno attorno se ne accorga.

domenica 21 dicembre 2008

Filastrocca Natale 2008

L'asilo che frequenta mia figlia ha chiesto a tutti i genitori di scrivere una breve filastrocca in rima per Natale, quella che ho scritto io la pubblico anche qui :-)

Buon Natale a tutti!

Natale 2008

Candida, sofficie e silenziosa,
cade dal cielo coprendo ogni cosa,

spinta dal vento sembra quasi danzare,
su una musica antica che non riesco a ricordare.

I bimbi, figurarsi, son già tutti per strada,
è arrivata la neve, impossibile tenerli a bada!

I più grandi invece van tutti di corsa:
domani è Natale e ognuno ha una borsa,

sacchi o pacchetti in mano han qualcosa,
la spesa della vigilia è una prassi famosa!

In fondo alla via c'è un tipo un po' strano,
quando passa la gente lui tende la mano,

dice che ha fame e vorrebbe mangiare,
ma sembra che nessuno lo stia ad ascoltare.

La gente lo ignora e prosegue di fretta,
domani è Natale e qualcuno li aspetta,

lui non se la prende, sembra rassegnato,
forse all'indifferenza è già abituato.

Un bambino che passava si fermò a guardarlo,
l'uomo gli sorrise e si chinò a salutarlo,

"sei Babbo Natale?" - chiese il bimbo incuriosito,
"magari lo fossi..." - rispose lui con tono smarrito

"dimmi bel bimbo, perchè cerchi quel vecchietto?" -
gli chiese allora l'uomo levandosi il berretto

"vorrei un bel regalo per la mia sorellina,
ho dimenticato proprio di scriverlo nella letterina" -

"bimbo generoso, non ti devi preoccupare,
Babbo Natale ti saprà certo accontentare!".

Il bimbo sorrise a disse cordiale:
"grazie mille signore, le auguro un buon Natale".

"Buon Natale a te, figliolo" - rispose garbato -
"non sai quanto sia bello che qualcuno mi abbia parlato".

Quel bimbo impiegò molti anni per riuscire a capire
che cosa quello sconosciuto gli volesse dire,

è Natale per tutti cerchiamo di ricordarlo,
se qualcuno è meno fortunato non possiamo mica ignorarlo,

in fondo basterebbe poco per poter aiutare
e comunque un sorriso non lo dovremmo mai negare.

lele 71

giovedì 18 dicembre 2008

Citando Moravia...

"Si vede che lo sport rende gli uomini cattivi, facendoli parteggiare per il più forte e odiare il più debole." - Alberto Moravia

Non so bene a cosa si riferisse Moravia quando scrisse questa cosa, forse al calcio o magari al pugilato, di certo non ad un'evento podo-folcloristico come la seconda "Babbo Natale Running" svoltasi domenica 14 Dicembre a Tradate.
Non credo che "gara" possa essere il termine adatto per descrivere questa corsa: 500 persone che corrono per le vie di Tradate vestite da babbo Natale sono qualcosa di decisamente fuori dalla norma, anche se mancano solo 20 giorni a Natale.
Poteva mancare il nostro gruppo atletica? Naturalmente no.
Tutti con costume rosso e barba bianca posticcia d'ordinanza, partiti ed arrivati insieme, stavolta niente cronometri e niente classifiche, lo spirito e' un'altro: quello Natalizio, quello dello stare in compagnia tra amici, un gruppo di amici uniti dalla passione per la corsa.

"Le amicizie non si scelgono a caso ma secondo le passioni che ci dominano." - Alberto Moravia

Sempre lui, ma con questa citazione direi che ci siamo proprio...



lunedì 25 agosto 2008

Il mondo e' pieno di idioti!

Domenica 24 agosto verso le 11.30, rientrando dal giretto in MTB, in pieno centro di Varese (zona giardini estensi) ho assistito ad una scena che mi ha veramente gelato il sangue.
Sono fermo al semaforo col mio socio in MTB ed arrivano 5 ragazzi in BDC, ci sono 6/7 auto in coda, la strada e' un senso unico ed ha 2 corsie.
Scatta il verde e partiamo tutti, gli stradisti si mettono affiancati 2 a 2 e noi con le MTB ci accodiamo, le auto partono, la strada e' larga e le auto passano comodamente.
Arriva dietro di noi un furgoncino bianco (tipo berlingo) attaccato al clacson... boh, io mi metto in fila indiana e lascio perdere, il mondo e' pieno di frustrati, varese ancora di piu'... uno dei ragazzi con la BDC "osa" fare il gesto del "vaffa" col braccio e qui succede il casino: il furgone inchioda, mette la retro, parte a manetta sgommando e ci punta!
3 con le BDC schizzano dall'altra parte della strada, i 2 di fronte a noi si bloccano e fortunatamente l'idiota in auto, apparentemente per riuscire a stirarli sterza e finisce con una ruota sul marciapiede (bello alto) fermandosi a neanche 2 metri dal primo dei due!
Non contento mette in prima e riparte (sempre facendo fumare le gomme) e punta gli altri 3 dall'altro lato della strada, e' troppo avanti ma tenta chiaramente di investirli, loro sono gia' sul marciapiede che lui stavolta evita.
Ora che ti aspetti che succeda? Traffico fermo, furgone di traverso su un senso unico... il coniglio mette in prima e SCAPPA!
Scappa facendoci vedere il dito medio dal finestrino.
Inutile tentare di inseguirlo, e' gia' scomparso dietro la curva.
Ci fermiamo a commentare l'accaduto coi ciclisti, siamo tutti visibilmente basiti, grazie al cielo non e' successo niente a nessuno.
Riprendo a pedalare con le gambe che tremano ancora per lo spavento e l'adrenalina, guardo ogni auto parcheggiata lungo la strada... hai visto mai che lo ritrovo?
Naturalmente no, e poi che avrei potuto fare? Rompergli un vetro? Bucargli una gomma? Boh... inutile prendersela con un'automobile che ha la sola colpa di essere guidata da un idiota frustrato... meglio una bella birra fresca che mi aspetta nel frigo di casa.