martedì 31 marzo 2009

Running in the rain

Arrivo al parcheggio e spengo il motore, i tergicristalli si fermano a meta' parabrezza.
Guardo ancora l'orologio del cruscotto: 07:18. Almeno cosi' dicono i cristalli arancioni del display.
La mattinata non ha nulla di primaverile, il cielo e' grigio e una pioggia finissima rimbalza sul cofano dell'auto.
Ma siamo proprio sicuri di voler correre con questo tempo? Non sarebbe forse stato meglio starsene al calduccio sotto le coperte?
Domande inutili, tanto la risposta la so gia'... no, non sarebbe stato meglio, muoviti, non puoi passare la mattinata in macchina!
Infilo le cuffie nelle orecchie, il cappello in testa e scendo. Non fa poi tanto freddo e la pioggia non da fastidio. Chiudo l'auto. Si parte.
Attraverso il parcheggio di buon passo ma senza correre e mi dirigo verso la pista ciclo-pedonale che costeggia il lago.
Non c'e' anima viva. La mia parte razionale tenta in maniera abbastanza patetica di tirare le redini e farmi ravvedere...
possibile che in tutti questi anni non abbia ancora imparato che non e' lei a governare la mia vita? Boh... non si rassegna...
Le note di "Friday I'm in love" squarciano il silenzio e attorno a me il paesaggio inizia a cambiare, il volume e' abbastanza alto da darmi la scossa ma non da coprire il suono dei miei passi sul cemento.
Mi sbilancio col busto in avanti ed il cammino si trasforma naturalmente corsa, un po' come fanno gli elicotteri per partire dopo essersi alzati da terra.
La voce di Mr. Robert Smith nelle orecchie mi ricorda che "...it's Friday and I'm in love...".
Di solito questa canzone la ascolto al venerdi mattina, oramai e' diventato una sorta di rituale per iniziare bene l'ultimo giorno lavorativo e di solito funziona alla grande.
Funziona alla grande anche oggi, forse perche' questa canzone e' proprio bella, forse perche' l'atmosfera e' stupenda, forse perche' sono innamorato come ogni altro giorno, venerdi' compreso, e quando si e' innamorati si sta sempre bene ed ogni giorno diventa speciale.
Dopo un po' di corsa blanda mi fermo a fare un po' di stretching in prossimita' di una staccionata, sulla strada vedo passare un'auto... qualcun'altro e' uscito dal letto allora...
Riparto, la voce di Andrea Corr sussurra parole d'amore dentro ad una versione acustica di "What can I do". La mente si affolla di ricordi. I piedi vanno da soli, il corpo e la mente viaggiano gia' su due binari distinti.
Per la corsetta di stamattina ho scelto una colonna sonora molto soft, non ho intenzione di sfiancarmi, voglio solo corricchiare cosi' sotto questa finissima pioggia impalpabile.
Senza rendermene quasi conto mi trovo a correre lungo la recinzione di un agriturismo sul lungolago. Arriva una scossa dentro, la sento arrivare dritta al cuore. Non e' un posto qualunque.
I colori cambiano di colpo, il cielo e' terso e blu, e' un pomeriggio torrido di un sabato di agosto. Sono passati piu' di 5 anni.
Rivedo i miei amici giocare nel campo da calcio vicino alla staccionata, le vacche bianche ruminare paciose nel loro prato verde recintato.
C'e' festa, c'e' un sacco di gente, c'e' rumore di risate e di bicchieri, c'e' profumo di carne alla griglia, c'e' un matrimonio.
Ci sono anch'io, ho un vestito color canna di fucile e una camicia azzurra, sono l'unico ad avere ancora la cravatta al collo, sono lo sposo.
Rivedo tutto, come fossi uno spettatore, rivivo ogni momento, ricordo ogni colore di quel giorno.
Su tutti rivedo lei. Lei, la sposa. La mia sposa. Bella come non l'avevo mai vista. Bellissima nel suo semplice vestito bianco.
Una sposa in pantaloni e senza troppi fronzoli, non ne aveva bisogno quel giorno. Ripenso a lei che entra dalla porta della chiesa accompagnata da suo padre.
Ripenso al cuore che mi batte in gola, ed al pavimento che in quel preciso istante sembra iniziare a sgretolarsi sotto ai miei piedi.
Ripenso a tutto quello che succedeva attorno, al prete che parlava, al coro che cantava ed io che non capivo nulla e non ascoltavo niente, perche' nei miei occhi e nella mia mente c'era solo lei.
Lei che tra tutti gli uomini della terra ha scelto di fare questo patto d'amore e di vita con me, che sono qui ancora oggi a pensare cosa mai avro' di speciale per meritarmi questo.
"...a te che sei l’unica amica che io posso avere, l’unico amore che vorrei se io non ti avessi con me, a te che hai reso la mia vita bella da morire, che riesci a render la fatica un immenso piacere... a te che sei il mio grande amore ed il mio amore grande, a te che hai preso la mia vita e ne hai fatto molto di piu'..."
La voce di Lorenzo. Questa canzone proprio adesso... nulla succede per caso... non ho mai creduto alle coincidenze... tutto ha una ragione.
Ho corso 12 kilometri. E' passata un'ora da quando sono partito dal parcheggio. Incrocio un'altro paio di podisti, ci salutiamo con la mano e scambiamo un sorriso.
Non so se sono le prime persone che incontro stamattina. Non ho la minima idea di cosa sia successo attorno a me in questa ora che e' trascorsa ed onestamente non so neppure se possa importarmene qualcosa.
So solo che sono in macchina, diretto verso casa, bagnato di pioggia e sudore, con l'emozione della prima volta che sono andato a prendere lei a casa dieci anni fa.
Lei che mi aspettava per le nove ed io che alle otto e cinque ero gia' li sotto casa sua ad aspettare nervoso in auto quei minuti che sembravano non passare mai.
A volte penso a quanto io sia stato fortunato ad incontrarla, altre volte penso invece a quanto sia stupido dimenticarmi di questa fortuna.
A volte penso, penso, penso... e faccio solo cattivi pensieri... oggi penso che correre sotto la pioggia ti permetta di piangere di gioia senza che nessuno attorno se ne accorga.

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