martedì 17 giugno 2008

Amici miei...


No, non parlero' dell'omonimo film di Mario Monicelli del 1975.
Mille novecento settanta cinque. Avevo quattro anni.
Avevo gia' quattro anni.
Quando qualcuno mi dice di essere nato nel settantacinque penso subito a quanto sia giovane...
Poi ci ripenso. Siamo nel 2008, i nati nel settantacinque hanno 33 anni.
Hanno gia' trenta tre anni.
Siamo gia' nel duemila otto.
Quando penso a queste cose non mi sento affatto a disagio.
Mi sento fortunato ad esser qui oggi, mi sento assolutamente a mio agio nei miei trentasei anni, che quest'anno diventeranno trentasette.
Ho gia' trentasette anni.
Sono contento di non avere grossi rimpianti, sono contento di aver fatto quasi tutto quello che ho fatto.
So di avere sbagliato spesso, ma anche gli sbagli mi hanno aiutato a crescere.
Non sono tipo da rimpiangere "i miei vent'anni", in tutta onesta' non mi mancano affatto.
Vivevo bene il mio tempo allora, cosi' come sento di viverlo oggi, almeno credo.
La mia vita e' ovviamente cambiata, non so' se in meglio o in peggio, ma in un modo o nell'altro sono cresciuto ed ho fatto delle scelte.
Oggi sono sposato con Cristina ed ho due splendidi bimbi, Giulia che ha quasi tre anni e Pietro che ha quasi cinque mesi.
Non l'avrei mai detto che un giorno mi sarei sposato, addirittura in chiesa, con tanto di sposa in abito bianco, parenti e tutto il resto.
Ricordo che quel giorno ero tesissimo ma, per fortuna, avevo i miei amici vicino.
Ricordo Davide e Stefano con me sull'altare alla mia destra, sofferenti in giacca e cravatta nel caldo africano di quel nove agosto.
Ricordo Angelo coi suoi capelli lunghi che ci girava attorno con la sua macchina fotografica e quando mi guardava mi sorrideva ed alzava il pollice.
Ricordo poi tutti gli altri fuori dalla chiesa... tutti, ma proprio tutti li ricordo, Davis, Herbert, Emanuel, Daniele, Elio, Massimiliano...
E' stato un momento bellissimo e senza di loro non credo proprio sarebbe stata la stessa cosa. Erano li tutti con me, nonostante fosse il nove agosto e quasi tutto il resto degli italiani fosse gia' partito per le vacanze.
In quel momento mi sono sentito molto fortunato per averli incontrati ed averli scelti come amici, ed ancora piu' forunato per esser stato, a mia volta, scelto da loro e considerato amico.
Naturalmente non li ricordo solo nel giorno del mio matrimonio, in quasi tutti i ricordi piu' belli che ho nel cuore, c'e' sempre con me un amico.
Forse questi ricordi non sarebbero poi nulla di speciale se non ci fossero dentro gli amici.
Ho un'immagine di Davis che corre verso l'auto coi suoi anfibi a 20 buchi ed il bomber che lampeggia... aveva appena rubato un lampeggiante acceso in un cantiere e l'aveva nascosto sotto al giubbotto!
Ne ho un'altra di Stefano che mescola tequila e tonica in una tenda a Jesolo... ci siamo scolati una bottiglia di tequila in due in meno di dieci minuti, quella notte stavo per morire e non solo per le botte prese da Giuseppe!
Ricordo Angelo in garage al sabato pomeriggio quando suonavamo "gallarate paranoica" col gruppo ed i suoi gatti che erano ovunque, si infilavano anche nell'amplificatore!
Ricordo Herbert, il giorno della nascita di suo figlio, con un'espressione ebete che esce dalle porte scorrevoli del reparto di ostetricia di Varese con in mano quel frugoletto che ora ha gia'... quanti anni ha?!? Anche quel giorno c'eravamo tutti...
Poi ricordo Emanuel, al mediterrane' il giorno del mio diciottesimo compleanno, io e lui a ballare e bere fino alle tre del mattino di un venerdi, poi siamo saliti sulla sua due cavalli e siamo andati via senza pagare il parcheggio.
Ricordo l'incidente di Daniele sul sempione, quella notte lavoravo ed al mattino trovai in segreteria il messaggio di Emanuel che mi dava la notizia.
E poi ricordo le vacanze a Rimini del novantuno, quelle del novantadue, quelle a Jesolo, le Canarie con Davis, Axel e Paolo, i fine settimana al Mastellone, le angurie alla vodka, le feste della birra, i falo' al ticino con la mia chitarra, le feste in taverna, le sbronze, il nautilus, le sigarette mai spente, il bar daniel's, i discorsi in macchina sotto casa fino alle 4 del mattino, lo snowboard, la montagna, la roulotte di Davis ad Alagna e poi tanto, tanto, tanto altro ancora, talmente tanto che non basterebbe un libro per raccontarlo.
Tutti ricordi?
Non solo ricordi.
Non mi piace parlare degli amici, anzi dei miei amici, al passato.
Gli amici c'erano e grazie a Dio ci sono ancora. Tutti o quasi.
E' vero, non ci vediamo piu' tutti i giorni. Purtroppo neppure tutti i mesi. Per dirla tutta ci vediamo davvero poco.
Vasco cantava: "ognuno col suo viaggio, ognuno diverso, ognuno in fondo perso dentro ai cazzi suoi..." e forse aveva ragione.
Oggi siamo tutti piu' o meno persi dentro ai cazzi nostri, ma non per questo non siamo piu' amici. Almeno credo.
Credo, o forse semplicemente spero, che qualcosa ci unisca ancora, che oggi come ieri una specie di colla invisibile ci tenga ancora tutti insieme.
Una colla che se ne frega delle distanze e delle scelte diverse che abbiamo fatto nel corso degli anni, una colla che spero ci possa tenere uniti ancora per molto tempo, magari per sempre.
E poco importa se i capelli si diradano, compare qualche ruga e c'e' qualche chilo in piu' sotto ai vestiti, perche' un amico, anche travestito da quasi-quarantenne rimane sempre un amico.
Oggi sono contento perche' giovedi sera rivedro' i miei amici, dopo tanto, tanto, tanto tempo.
Non tanto da dimenticarmi di loro, perche' anche il tempo, nonostante tutta la sua forza, certe cose non le puo' cancellare.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Oh che bello questo post!
Mi ci sono ritrovata.
certo noi ragazze non ci sbronzavamo, ne si facevano gare di rutti e roba simile ma, l'emozione quella è similare si.
gli amici sono un pò come una famiglia, anche se non ci si vede spesso l'affetto resta intatto e ci si ritrova sempre con molto piacere.
Ale

Axel ha detto...

Grande Lele,
come ti ho scritto in pvt, hai proprio centrato l'obiettivo :-D

un grosso abbraccio
Axel