lunedì 14 luglio 2008

L'agonismo lo lascio agli agonisti


Sabato 12 luglio, alle 18 e 15 sono sull'autostrada dei laghi in direzione sud con la bici nuova in baule.
Domenica scorsa alla traversata del lago d'Orta ho incontrato un collega che mi ha detto: "sabato prossimo c'e' un triathlon promozionale a Cassano Magnago, perche' non lo fai anche tu?", potevo forse rispondere di no???
Quando ci sono da fare queste cose ho l'entusiasmo di un bimbo e mai un momento di esitazione nell'accettare, poi arriva il gran giorno ed inizio a farmi sempre la stessa domanda: ma siamo proprio sicuri?
Guardiamo un po' in faccia alla realta': 37 anni, lavoro sedentario, qualche anno di pratica non agonistica di mountainbike, una spalla lussata che mi ha riportato in piscina quest'anno dopo 24 anni che non nuotavo, qualche corsetta da 10-12km sempre a manifestazioni non agonistiche fatte in tempi abbastanza scandalosi, non mi sono mai sognato di provare a fare un allenamento combinato bici-corsa o nuoto-bici o altro... insomma, che c'entro io col triathlon???
Sinceramente non lo so, ma spero di scoprirlo stasera, cosa potra' mai succedermi? Alla peggio arrivo ultimo... no, l'infarto spero proprio di no!
Arrivo nel parcheggio della piscina, vedo un paio di persone che portano le bici all'interno e qualcun'altro che scende dall'auto con le borse.
Mi sento veramente fuori luogo, qui bene o male sembrano tutti abbastanza atletici, io sembro semplicemente quello che sono: un'informatico.
Decido di entrare a dare un'occhiata, ma lascio la bici in macchina, non credo proprio riusciro' a fare questa cosa.
Nel piazzale della piscina incontro subito Dario, il collega della traversa di Orta, scambiamo due chiacchiere, vedo qualche bici gia' pronta nella zona cambio, l'atmosfera sembra abbastanza "easy"... proviamoci... vado a iscrivermi, sono il numero 21.
Dopo l'iscrizione vado a recuperare la bici e la borsa dall'auto parcheggiata e la metto insieme alle altre in zona cambio.
Sono veramente un dilettante allo sbaraglio, non mi sono neppure preoccupato di informarmi su cosa servisse e su come si svolgesse il cambio, cosi' cerco di guardare cosa fanno gli altri e copiare.
Tolgo e metto il casco, gli occhiali, la maglia ed il pettorale dalla bici almeno una decina di volte, per terra lascio le 2 paia di scarpe, le calze e una salvietta piegata a meta' (boh, fanno tutti cosi'...).
Quelli con le bici piu' belle e forse con piu' esperienza lasciano le scarpette attaccate ai pedali, ma le mie scarpe da "freerider" della mountainbike hanno le stringhe, quindi non e' il caso.
Il momento fatidico arriva verso le 20, quando c'e' il briefing con le spiegazioni su cosa fare nell'area cambio seguito immediatamente dal trasferimento di tutti a bordo vasca.
A bordo vasca ci si dispone in base ai tempi, tutti domandano a tutti "in quanto giri?". Cioe'? Cioe' in quanto tempo fai o pensi di fare sui 100 metri. Cerco di far prevalere il realismo sull'ottimismo e dichiaro un onesto uno e cinquanta, quindi quarta corsia, quarto a partire, cuffia gialla.
Qualcuno ci spiega come superare, mi pare di capire che si superi alla virata ma sono un po' in palla ed abbastanza certo del fatto che non superero' nessuno, se qualcuno dovesse arrivarmi vicino mi faro' da parte.
Poi tutti in acqua, qualche vasca per riscaldarsi, tutti a bordo vasca ed il fatidico via.
Parto e cerco di non perdere i piedi di chi mi sta davanti, cosa che riesco a fare per circa meta' vasche, poi perdo il ritmo e rallento un po', voglio conservare un po' di gambe per quando esco perche' non ho idea di cosa mi aspettera'... "Ultime due!" mi sento dire da fuori, in vasca siamo rimasti davvero in pochi.
Salto fuori dalla vasca e corro in costume verso la bici attraverso il percorso della zona cambio, ci sono ancora un po' di bici per fortuna, poche ma abbastanza da non mandarmi il morale completamente a terra.
Metto le scarpette senza calze coi piedi bagnati, maglietta, casco, occhiali, pettorale, prendo la bici e corro verso il cancello con la bici a mano. Mi stanno per scattare una foto, non so se riusciro' a sorridere.
In bici bisogna fare 9km tutti in piano, 3 giri da 3km fortunatamente tutti in piano, metto un bel 50/13 e cerco di spingere in modo costante sui pedali, senza esagerare, mi bruciano i polmoni e non posso certo dare tutto adesso, la corsa dopo la bici e' la cosa che mi fa piu' paura, anche perche' non ci ho mai provato ed una gara non e' il modo migliore per fare questo esperimento. Vabbe', potevo pensarci prima.
Durante il secondo giro vengo raggiunto e superato dal trenino di quelli che saranno poi i vincitori, tento subito di agganciarli per pedalare con loro, ma basta poco per farmi capire che e' meglio lasciar perdere, l'agonismo vero lo lascio agli agonisti veri e questi ragazzi sono a tutt'altro livello.
Nei tre giri raggiungo e supero tre persone, tutte con la mountainbike, ma nella testa ho solo un pensiero: il parcheggio di fronte allo spaccio della lindt, a circa meta' del percorso.
Penso a quel benedetto parcheggio che era uno dei miei posti preferiti per la "camporella" e tornarci in bici durante una gara di triathlon e' quantomeno bizzarro, pensandoci bene mi rendo conto di non essere mai stato in questa zona per una ragione che non fosse l'appartarmi con una fanciulla (non che ne abbia avute molte...), non ci sono mai andato neppure a comprare il cioccolato... che ci sto' a fare in costume e canotta sotto la pioggia in bicicletta ora? Ridatemi i miei vent'anni e la mia fiat uno, ridatemi la chitarra ed il nautilus, che ci sto' a fare qui coi polmoni in fiamme?
Sto' per finire il terzo giro, inizio a slacciarmi la scarpetta sinistra prima dell'ultimo semaforo, nella testa mi sento risuonare la voce di Vecchioni che canta "luci a sansiro... di quella sera...", forse per via dei pensieri di prima... boh... scendo dalla bici e corro dentro. Seconda foto. Non riesco proprio a sorridere.
Mollo la bici per terra e cerco di slacciare le scarpe, una persona dell'organizzazione mi dice di non lasciarla in mezzo... ha ragione... sono davvero "bollito" e raccolgo la bici.
Questo secondo cambio e' decisamente piu' lento ed impacciato del primo, tento di infilare le calze, dopo un po' riesco a infilarne una, ma vista la fatica la sfilo e metto le scarpe per correre senza claze, mi verranno le fiacche, pazienza. Durante il cambio l'ultima delle persone che ho superato arriva, molla la bici leva il casco e parte di corsa, devo muovermi.
Parto, l'ultima frazione e' solo di duemila metri. Due chilometri, che sara' mai? Tento di mantenere un passo abbastanza veloce, vista la distanza ridotta. Grandissima cazzata.
Non c'e' bisogno di arrivare al primo chilometro perche' mi renda conto di quanto mi sia sopravvalutato, le gambe diventano di colpo di legno e mi sento il cuore pulsare nella testa.
Non so se fermarmi o proseguire, non so se correre o camminare, non so piu' se l'infarto sia un'eventualita' davvero cosi' remota come pensavo durante il tragitto in auto, non so se finiro' la gara o se di colpo vedro' tutto nero e finira' tutto per sempre.
Non mi pare un bel posto ne' un bel momento per morire, quindi decido di rallentare ed andare in fondo. Verso la fine vengo raggiunto e superato da un concorrente che si e' materializzato dal nulla al mio fianco, ma da dove e' arrivato?
Vedo finalmente il parcheggio, la mia auto, l'arrivo dietro le siepi della piscina... ultimo incrocio... non c'e' nessuno, solo i vigili... vado dritto verso il cancello della piscina.
Faccio il giro del cambio al contrario, entro nel prato e taglio il traguardo... al contrario! Azz! All'incrocio dovevo entrare subito nel prato a sinistra!!!
"Ma da dove arrivi?" mi domandano al traguardo... boh... da' la dietro... non lo so... non chiedetemi di tornare indietro...
Il fotografo mi scatta una foto, stavolta sorrido ed alzo il pollice destro, sono contento, stanco e soddisfatto, non penso piu' alla classifica, ai tempi, all'ultimo posto ed alla fatica di prima, sono solo contento.
Complimenti a tutti quelli che hanno contribuito alla riuscita ed all'organizzazione di questa serata: avete fatto un'ottimo lavoro!
Nello spogliatoio l'atmosfera e' quella di una festa, sono tutti piu' rilassati e contenti, si ride e si scherza, si parla della gara ed ognuno racconta com'e' andata la sua.
Saluto Dario e lo abbraccio, se non fosse stato per lui sarei stato certo qui stasera a vivere questa bellissima esperienza.
Usciamo dagli spogliatoi dopo la doccia giusto in tempo per la premiazione, vedo i tre che mi hanno superato durante la frazione ciclistica ritirare i loro cesti, la ragazza che scaricava la bici mentre parcheggiavo l'auto e' arrivata prima tra le donne.
Applausi per tutti da parte di tutti. Poi lo speaker annuncia un premio speciale, viene premiato un ragazzo disabile che nonostante tutto ha partecipato e portato a termine il suo triathlon come ogni anno. Il ragazzo ritira il suo cesto nel fragore l'applauso piu' grande della serata. Sono quasi commosso. Mi rendo conto che fra tutti i presenti, quello che probabilmente incarna meglio il concetto di sport e' proprio lui. Grande lezione di vita. Dimentica il cronometro, gli allenamenti, la dieta. Dimentica la fatica, la tensione della gara, dimentica la classifica. Questo e' lo sport.
Almeno, questo e' quello che dovrebbe essere lo sport.
Penso che in fondo in fondo non saro' mai una delle prime dieci righe di un foglio excell con una classifica e che tuttosommato non me ne importa nulla, perche' tutte quelle righe con nomi e numeri, se guardate da un metro di distanza scompaiono e si confondono tra loro, l'unica cosa che rimane sono le emozioni che questi momenti ti danno e quelle non le puoi cronometrare e intabellare in una classifica.


Tornando a casa penso che mi piacerebbe fare un'altra esperienza come questa, ma dovrei allenarmi perlomeno un po' seriamente per evitare di lasciare una vedova e due orfani... chi lo sa, magari fra un'annetto ci riprovero'.
Per la cronaca, sono arrivato ventitreesimo su ventitre arrivati, dietro di me (si fa' per dire...) solo tre ritirati.
Sembra una buona ragione per mollare? No, e' un'ottima ragione per riprovare!

FOTO by gruppotraversatelaghi.it, sul loro sito troverete tutte le foto della serata

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ehi! ciao! sono io quello che ti ha superato a piedi! Ho fatto tutta la bici per ultimo, da solo (c'ho messo 2 minuti a infilarmi la maglietta, bagnata)ma la corsa era l'unica cosa che avevo allenato negli ultimi mesi e ho tirato. Continua a cercare di far gare! Il triathlon è bellissimo! io sono tre anni che faccio solo quello di cassano ma sono appassionato "da fuori" da anni, frenato a far le gare dai superatleti che ho sempre visto. Se partecipiamo anche noi sportivi "normali" il triathlon si diffonderà di più, come è negli altri Paesi. E ci divertiremo! Per la cronaca sono arrivato 21esimo a Cassano...alla prossima!
Ciao